Gay & Bisex
Prima esperienza

23.03.2020 |
1.703 |
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"Ero davvero eccitata, volevo chiedergli se mi portava a casa sua e se mi faceva sua avevo gli occhi chiusi ed ero avvinghiata a lui fantasticando di essere a..."
Era luglio, la scuola era terminata e con alcuni amici frequentavo un campetto di calcio, dove andavo a vedere le partite che si giocavano. Avevo tredici anni e non avevo ancora avuto nessuna esperienza sessuale, certo mi ero innamorato della professoressa di matematica ma a chi non è capitato? Ma ero anche attratto dal corpo maschile, mi piaceva guardare i miei amici farsi la doccia dopo la partita i loro membri mi eccitavano volevo toccarli, ma non avevo il coraggio di aprirmi con nessuno, al ritorno avevo sempre qualcuno da accompagnare col mio motorino, erano gli anni ottanta e in due non era ancora vietato, quanto era eccitante per me avere uno dietro, pensavo al suo cazzo turgido e mi dimenavo sul sellino credendo che anche chi mi era dietro si eccitasse ma queste erano solo fantasie perché nessuno ha mai capito niente di quel mio comportamento. La’ conobbi un uomo che viveva nei pressi del campetto, si chiamava Alfonso, un simpaticone aveva 38 anni, viveva da solo la moglie lo aveva lasciato perché non aveva nessuna voglia di lavorare, era bravissimo a calcio per questo i miei amici litigavano per averlo nelle rispettive squadre, fisico asciutto alto 1 e 70 circa pelle olivastra e i tratti quasi orientali, se non lo sentivi parlare avresti detto fosse filippino, chiedeva sempre sigarette a tutti e devo dire che quando c’è le aveva le dava con grande altruismo, quando finiva di giocare, a volte faceva anche tre partite in una serata, correva a casa sua a fare la doccia, desideravo vederlo nudo, e a casa mi masturbavo pensando a lui. Indossava sempre dei Jeans attillati infradito e t-shirt bianca, denti bianchissimi e capelli corvini, la sera con quella sua pelle ambrata, con il corpo che era un fascio di muscoli sembrava un principe delle fiabe, era proprio bello, lo desideravo e notai che anche altri miei amici erano attratti da lui, in particolar modo si metteva in evidenza uno dei miei amici, senza nemmeno tanto nasconderlo gli faceva una corte spietata, ogni volta che aveva l’occasione gli si buttava addosso e questo capitava frequentemente mentre giocavano insieme, una volta lo vidi che gli metteva la mano sul pacco mentre eravamo seduti in pizzeria, devo dire che Alfonso non gli dava spago e a me faceva un gran piacere, ma pensavo anche che non avevo nessuno possibilità con lui vista la mia timidezza e che non avevo nessuna intraprendenza. All’epoca ero carino avevo il corpo completamente glabro, portavo i capelli a caschetto il mio culetto era morbido e roseo, mi guardavo allo specchio indossavo le mutandine di mia sorella e sembravo proprio una femminuccia col cazzetto stretto fra le gambe, come avrei voluto essere la ragazza di Alfonso. L’occasione si presentò un pomeriggio, andai sul campetto stranamente non c’era nessuno mi girai in giro e davanti casa sua c’era Alfonso da solo, subito lo raggiunsi e lo salutai chiedendogli degli altri, mi disse che si erano organizzati per il mare lui non ci era andato perché non gli andava, vedendomi che avevo il motorino mi chiese se mi andava di fare un giro, subito accettai e lo invitai a salire, woawww, mi chiese se poteva portare lui il mezzo acconsentii a malincuore perché volevo sentire il suo pacco sui miei glutei, ma comunque fu divino abbracciarlo da dietro, sentivo l’odore delle sue ascelle fuoriuscire dalla maglietta, con la scusa che lui andava forte lo strinsi alla vita con le braccia facendo cadere sulla cintura le mie dita, mentre lui guidava mi facevo sempre più intraprendente, ad ogni minima vibrazioni abbassavo sempre di più le mani fini ad arrivare al pacco e stringendomi a lui incominciai a tastarlo con immenso piacere constatai che il suo membro era di notevole dimensioni e che si stava indurendo. Ero davvero eccitata, volevo chiedergli se mi portava a casa sua e se mi faceva sua avevo gli occhi chiusi ed ero avvinghiata a lui fantasticando di essere a letto con lui, non avevo le idee chiare non sapevo cosa fare ero completamente in bambola quando sentii frenare, mi ridestai e mi accorsi che eravamo fermi davanti casa sua, e adesso? Cosa fare? Mi stringevo sempre forte a lui quando sentii che mi chiedeva di scendere, ecco, pensai adesso mi manda a quel paese e mi manderà via, figurati se a uno come lui può interessare un ricchioncello come me, invece mi invitò ad entrare. Abitava in un basso, era una casa piccola ma pulita, un unico ambiente con la cucina ricavata sotto un’arcata con annesso il wc. Andò al bagno, sentii lo scroscio dello sciacquone e poi lo vidi uscire, si era tolto i pantaloni era rimasto con gli slip e la t-shirt, io indossavo un pantaloncino da basket, allora erano cortissimi con i ritagli arrotondati ai lati, con una t-shirt, mi sembri proprio una ragazza mi disse, dai fammi vedere cosa sai fare indicando il sotto pancia, mi avvicinai e allungai le mani toccandolo notai che era già eccitatissimo, il suo membro quasi usciva dagli slip tanto era duro, senza capire cosa stavo facendo mi ritrovai in ginocchio col cazzo in bocca, aveva un sapore amaro e un odore di sudore misto a quello del piscio evidentemente non si era sciacquato, ma a me piaceva lo baciavo e lo leccavo e poi lo sbocchinavo, cercavo di prenderlo tutto il bocca ma non c’è la facevo meno della metà mi entrava fino alla gola dandomi conati di vomito quando lui spingeva la mia testa, facevo su è giù lungo l’asta poi arrivavo alle palle baciandole e leccandole sempre in ginocchio con lui che in piedi dettava i tempi. Ormai era eretto come un obelisco quasi attaccato alla pancia, me lo tolse dalla bocca e mi faceva leccare solo le palle ora solo con la punta della lingua ora a mo di gelato con la lingua aperta a paletta, mi facevano male le ginocchia e glielo dissi mi fece alzare e mi sfilò il pantaloncino e gli slip, il mio cazzetto anche se duro sembrava solo una escrescenza fra le gambe anche perché ancora non era scapocchiato, mi fece girare e mi tastò i glutei mi faceva i complimenti per il culetto che avevo e strusciava il suo cazzonne fra le chiappe, a quel punto ricordai che non lo avevo mai preso dentro e mi venne un po’ di panico ma senza nemmeno accorgermene stavo a pecora con lui che premeva per entrare in me, senza nemmeno tanto forzare lo sentii entrare nel mio orifizio il dolore era intenso ma non avevo la forza di ribellarmi a lui, sentivo le pareti del mio buchetto che quasi si graffiavano ma il piacere prevalse avevo il mio uomo che mi faceva sua e non potevo e non volevo divincolarmi, sentivo le sue mani che mi stringevamo i fianchi lo sentivo spingere e ansimare , era entrato con solo la capocchia faceva fatica ad entrare tutto il resto aveva capito che non lo avevo mai preso prima e per questo lo sentii sputare sul suo cazzo e con le dita si spalmò quel balsamo sia sulla sua asta sia attorno al mio buchetto, una due tre spinte e mi deflorò, entrò tutto il dolore fu indescrivibile per questo urlai, lui mi mise la mano sulla bocca dicendomi di stare calma e che sarebbe tutto passato, io gli morsicai le dita sentivo le lacrime scendere sul viso, lui era fermo dentro di me, cercava di rassicurarmi ma io ero completamente inorridita volevo gridargli di tirarlo fuori ma non potevo la sua mano mi occludeva la bocca, mi sentivo violata e sottomessa una sensazione bruttissima mi vergognavo di me stessa, pensieri orribili mi attraversavano la testa io che ero un maschio che si faceva inculare da un uomo! Che vergogna come ero caduta in basso, piangevo singhiozzando, Erano passati solo alcuni istanti ma mi sembrava un’eternita’, stavo a pecorina col cazzo di Alfonso tutto piantato dentro di me, fu a quel punto che lui incominciò a pomparmi prima piano piano estraendolo di poco per poi buttarlo di nuovo dentro, ripeto prima lentamente ma poi con maggiore forza e intensità il dolore era sempre forte e il disgusto per quella situazione aumentava in me, tutta l’eccitazione di pochi momenti prima era svanita adesso c’era solo dolore e vergogna, Alfonso spingeva senza minimamente curarsi della mia sofferenza, lo sentivo piegato su di me il suo alito caldo veniva soffiato sempre con più enfasi sulla mia nuca, il dolore era insopportabile, solo a quel punto mi ridestai e mi resi conto che non stavo più morendo le sue dita ma le stavo succhiando e che il dentro fuori del mio uomo non mi dava dolore ma piacere si piacere mi dimenavo mentre venivo cavalcata dal mio stallone, volevo dettare io i tempi ma lui era più forte di me, lo tirava tutto fuori per buttarlo tutto dentro che piacere sentivo nella mia panca e ancora una volta e ancora ancora le botte che mi dava mi procuravano piacere misto ad un dolore piacevole che sentivo ogni volta che lui spingeva sempre più forte, la testa ruotava tutto ruotava non riuscivo più a controllarmi non capivo cosa stesse succedendo, di li a poco, me ne accorsi mentre ancora il mio uomo spingeva il suo cazzo dentro di me, ero venuta senza nemmeno toccarmi, avevo toccato l’estasi, il piacere totale mi aveva pervasa, ero andata sulla luna e adesso ero tornata sulla terra a ridestarmi i continui assalti del mio montone, si accorse che mi ero calmata e anche lui si fermò estrasse la sua sciabola dal mio fodero e si sedette accanto a me, sei venuta? Mi chiese, assentii, brava mi disse sei stata fantastica anche io sono venuto ti ho sborrato dentro non c’è lo fatta a fermarmi, gli chiesi scusa per avergli morso le dita ma lui mi disse che non lo avevo fatto è che gliele avevo succhiate come se fossero il suo cazzo e che per tutto il tempo, sin dall’inizio, lo avevo implorato di sfondarmi, di deflorarmi e di non fermarsi mai, le mie grida, che io credevo di dolore, erano di piacere, le lacrime che avevo versato erano di goduria. Che bella la mia prima esperienza con un uomo e che uomo. Grazie Alfonso per quello che mi hai donato quel pomeriggio e per tutta l’estate, mi hai fatta tua. Grazie di tutto.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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